Mani di fata

Sono tornato oggi pomeriggio a Roma, scrivo da un ostello di Roma, sono in una stanza illuminata da lampadine verdi, muri di calce con pietra a vista, tavoli marroni di legno, come anche le sedie, sul bancone del bar una fila di colorate bottiglie di alcolici, birre e lampadine, una striscia arancione e una rossa. Sotto le lucine verdi c'è un grande specchio rettangolare a riempire la parete. Oggi pomeriggio sono tornato alla stazione Termini al primo binario. Che strano. Percorrere le strade e viverci sono due cose lontane anni luce. Tutto appare sotto una luce diversa. Sei di fretta, hai un appuntamento, la mente proiettata in avanti che corre, anticipando il corpo nei passi, si concentra sul dopo, sul da fare e il da dirsi, e si perde tutto l'intorno e il frattempo. Poi ti fermi un secondo e ricordi le giornate passate a curiosare. Allora apri gli occhi con curiosità e leggerezza su quel pullulare di vite, di corpi e di sguardi che intorno si inseguono l'uno con l'altro senza nemmeno saperlo.

Ritratti. Oscar lavora come ladro. Ha delle macchie sulle dita. Quando era in cella il dottore gli ha diagnosticato una allergia alla polvere dei muri di cella. "Quello me dice 'Hai le mani più delicate che abbia mai visto'. E io: 'Te credo bene, dottò, faccio il ladro di mestiere, certo che so' delicate'". E inizia a tessere le lodi delle sua dita lunghe e affusolate, con i polpastrelli leggermente piatti, il che gli consente una migliore presa. Può sfilare il portafoglio senza che il malcapitato si accorga delle dita che scavano nella tasca. Racconta soddisfatto e fiero le sue prodezze, il trucco dell'ago con la vecchia signora, i rischi che corre ogni volta. Un colpo andato male per poco così, un amico, la spalla, fatto di Rivotril, si è messo a cantare mentre lui faceva lo sfilamano, per poco lo becca la madama.
Adesso spera solo in un bel portafoglio, per poi smettere. Poi si lascia sfuggire che gli hanno proposto un lavoro, roba in grande. Parla sottovoce, guardandosi in giro. Si guadagna bene. Sta valutando i rischi, lui che discende da una famiglia mafiosa. Un'ora di lavoro per cinquantamila euro. Deve coinvolgere anche la sua donna, Tiziana, entro domattina la decisione. Se il colpo va bene, domani si va tutti a mangiare al ristorante, offre lui.

[ Tratto da "Roma senza fissa dimora", 15 gennaio 2005]

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