Balla coi lupi

Stasera è arrivata in stazione una ragazza di nome Paola. Come se fosse la cosa più scontata si è avvicinata alla nostra comitiva di bevitori, lungo il primo binario, e ha chiesto un bicchiere, versando col vino rosso tutto un fiume di parole che da tempo voleva raccontare, non importa a chi e come. Paola viene da Viterbo, è appena arrivata col treno. Ha venticinque anni ma ne dimostra molti meno. Occhiali rettangolari, un berretto a pompon bianco e blu, calze di lana verde pistacchio che vanno a infilarsi dentro un paio di anfibi neri allacciati con stringhe giallo fosforescente. Le mani in tasca, una sciarpa rossa e un piumino nero.

Paola è già mamma, a casa ha un bambino di un anno e mezzo, ci dice, strizzando gli occhi con insistenza, con un tic nervoso. "Me l'hanno tolto i servizi sociali", aggiunge. Il suo ex è un alcolista. Nelle pause del discorso arriccia le labbra all'insù e stringe un po' gli occhi. Prende tempo. Ora l'ha pure lasciata, sta con la sua migliore amica, "bell'amica anche lei". Scuote le mani a mezz'aria. Paola è una bambina. Dolce, tenera, lo capisci da come ti guarda, ingenua, lo capisci da come guarda gli altri. Paola ama la discoteca, le piace ballare sul cubo il sabato sera. I suoi non lo sanno però. A Paola piace anche fare all'amore. Anche questo i suoi non lo sanno.

Figlia di una famiglia numerosa, è la più piccola di casa. A quattordici anni ha cominciata a scappar via da Viterbo per andare a ballare alla discoteca. A quindici anni un carabiniere che l'aveva accompagnata in Questura per un controllo l'ha palpeggiata con la forza, racconta scuotendo la testa. A diciannove anni invece una banda di ragazzi, rumeni, l'hanno portata in macchina in campagna e buttata sull'erba di un campo bagnato dalla notte. Là, come lupi, le hanno rubato la verginità con le botte. Aspetta ancora il processo, li ha denunciati. Paola è una ragazza ingenua, è tenera, semplice. Paola ha un grande bisogno d'affetto. Si circonda di uomini e quasi ogni volta qualcuno approfitta di lei. Paola è un po' persa, smarrita tra i cavi tesi a mezz'aria di un mondo che mette di mezzo chi come lei ama cercare farfalle.

Paola è un volto, come tanti che la strada ti propone per caso. Incontri rapidi, di passaggio come un treno al binario, fugaci, come i fari di un'auto la notte.

[ Tratto da "Roma senza fissa dimora", 26 dicembre 2005]

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