La paura fa novanta

Dormo alle poste anche ieri. Sulla grata di ferro sotto l'ingresso coperto degli uffici di via Marsala, in cima alla scalinata bianca e marrone di travertino e brandelli di cartone calpestati dall'acqua. All'inizio ho paura, per la prima volta lo ammetto. Sotto le poste siamo in molti a dormire, almeno una ventina. Quando mi avvicino a quel tappeto di uomini è da poco passata la mezzanotte, gli altri sono coricati da ore. Ogni passo che faccio mi mordo le labbra e stringo i pugni nelle tasche gelide della giacca.

La notte prima c'è stato un problema al primo binario. La stazione è rimasta aperta per via delle migliaia di persone che a Termini aspettavano un treno per tornare a casa dopo i festeggiamenti dell'ultimo dell'anno. Visto che la stazione non ha chiuso, Giancarlo ne ha approfittato per passare la notte con Gigi, Carmelo e Paolo, lungo il primo binario. Da una settimana dorme in un centro di accoglienza, ma ha chiesto un permesso. Quella sera io ho dormito sotto una scala negli studio di Cinecittà, dove ero andato a sentire il concerto di fine anno dei Sud sound system. Giancarlo si è svegliato nel cuore della notte sentendo una mano che gli sfilava di tasca il portafoglio. Come si è girato ha visto un giovane, un africano, che ha subito ritirato la mano chiedendo se per caso non aveva una sigaretta. Giancarlo non c'ha più visto, è saltato in piedi e l'ha mandato contro il muro con uno spintone. Nel frattempo si è svegliato anche Gigi che ha prontamente raggiunto Giancarlo. I due hanno circondato il ladro e a suon di spintoni l'hanno sbattuto contro un vagone di un treno fermo al binario, promettendogli una lezione. Se non che subito dopo anche Paolo si è alzato e si è avvicinato al ragazzo con il coltellaccio puntato contro di lui. A quel punto la scena si è ribaltata. Gigi e Giancarlo hanno cercato di calmare Paolo, gridando al disgraziato di scappare e di farlo in fretta. Alla fine tutto è rientrato. Il ladro è fuggito, Paolo si è calmato e ha dato il suo coltello in custodia a Gigi per sicurezza. Viste le sue condizioni da quando prende tutto quel Rivotril meglio che non abbia armi a portata di mano.

Alle poste dorme un gruppo di una decina di africani, ho il timore che tra loro ci sia anche il ladro della notte prima. Se così fosse avrei sicuramente problemi, essendo io bianco, italiano, e amico di Gigi, Paolo e Giancarlo. Non vorrei che qualcuno se la rifaccia con me. Mentre mi avvicino al mio giaciglio sono sorpreso nel vedere che stasera gli africani non ci sono proprio, né li vedrò l'indomani mattina. Vicino a me invece dorme una donna, sola, nera. Strano. Non è facile vedere una donna sola per strada, per di più in mezzo ad un folto gruppo di uomini sconosciuti. É giovane, avrà sì e no trent'anni, alta, robusta. Trema tutta la notte, non ha una coperta, dorme sotto un grande cartone. Al mattino se ne va battendo i denti e senza dire una sola parola a nessuno. Io ripiego il sacco a pelo e mi avvio alla stazione in cerca di un treno, oggi torno a casa.

[ Tratto da "Roma senza fissa dimora", 2 gennaio 2005]

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