
Ritratti. Oscar lavora come ladro. Ha delle macchie sulle dita. Quando era in cella il dottore gli ha diagnosticato una allergia alla polvere dei muri di cella. "Quello me dice 'Hai le mani più delicate che abbia mai visto'. E io: 'Te credo bene, dottò, faccio il ladro di mestiere, certo che so' delicate'". E inizia a tessere le lodi delle sua dita lunghe e affusolate, con i polpastrelli leggermente piatti, il che gli consente una migliore presa. Può sfilare il portafoglio senza che il malcapitato si accorga delle dita che scavano nella tasca. Racconta soddisfatto e fiero le sue prodezze, il trucco dell'ago con la vecchia signora, i rischi che corre ogni volta. Un colpo andato male per poco così, un amico, la spalla, fatto di Rivotril, si è messo a cantare mentre lui faceva lo sfilamano, per poco lo becca la madama.
Adesso spera solo in un bel portafoglio, per poi smettere. Poi si lascia sfuggire che gli hanno proposto un lavoro, roba in grande. Parla sottovoce, guardandosi in giro. Si guadagna bene. Sta valutando i rischi, lui che discende da una famiglia mafiosa. Un'ora di lavoro per cinquantamila euro. Deve coinvolgere anche la sua donna, Tiziana, entro domattina la decisione. Se il colpo va bene, domani si va tutti a mangiare al ristorante, offre lui.
[ Tratto da "Roma senza fissa dimora", 15 gennaio 2005]
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