Tanto...

Gaetano non è il solo incontro della sera. Verso le sei arriva un nuovo ospite al nostro primo binario, dove ormai passo le giornate con i miei tre virgili, Carmelo, Gigi e Giancarlo. E' un ragazzo di Pescara. Marco. É appena sceso dal treno, ha ancora il fiatone. Non è per la corsa, più facilmente per la roba che ha tirato stasera per festeggiare il suo ritorno alla libertà. Marco è scappato stamattina da una comunità di recupero per tossicodipendenti. Ne parla con ampi gesti della mano, è agitato e nervoso, ogni tanto perde lo sguardo fissando orizzonti lontani, poi inizia la testa scuotendo lo sguardo da una parte e dall'altra, si gratta.

"Oh era la sua prima volta quella. Io non avevo mai rapinato nessuno prima. Entro nel negozio, un alimentari, c'avevo un coltello, allora mi metto a gridare come nei film 'E' una rapina' poi punto il coltello alla gola di una vecchia e urlo 'Fermi tutti o ammazzo la vecchia', e con un cenno della testa faccio capire al commesso che me deve da' tutto l'incasso del giorno. Cioè te non poi immagina' l'adrenalina, prima d'entra' me la stavo a fa sotto, che dici, era la prima volta, però è stato troppo forte". Mentre ne parla, ripensando alla faccia dell'anziana signora scavarsi dalla paura, un brivido lo ripercorre, alza la voce ed agita le mani ancora più veloce. É durato poco lo scherzo però. "All'uscita dal negozio già una pattuglia dei carabinieri m'aspettava, qualcuno l'ha chiamati". Poi è arrivato il processo e la pena. Il giudice giela ha fatta scontare una pena alternativa, in affido ad una comunità di recupero. "Ma quale comunità, era meglio la prigione! Là almeno non ci stanno tutte quelle regole!". Parla della comunità come di un campo militare, di regole rigide e umilianti, di controlli esasperati e di come ragazzi e ragazze riescano a viverci per mesi e per anni.

"Tre volte c'ho provato a scappà".
Gli è sempre andata male.
"Lo comunità è molto isolata, per cui prima di arrivare ad una strada importante, dove chiedere un passaggio, ti tornano a prendere sui loro fuoristrada con i cani".
Ordine e disciplina.
"Oh alla fine ho deciso di provare via mare. Così ieri mattina me so' messo a correre verso il fiume che porta al mare e me ce so infilato fino alla spiaggia. Poi ho continuato a correre sul lungo mare, come un pazzo, finché so arrivato alla città più vicina, cioè, non te dico, zuppo proprio".
Là ha preso un treno che lo ha sbattuto a Roma come un onda sulla sabbia. Aspetta l'intercity, torna a Pescara dagli amici per festeggiare capodanno. Gli chiedo se sa che a casa lo aspetteranno già i carabinieri per riportarlo dentro, è sicuro, e in prigione stavolta non in comunità.
"Sì, va be'. Però magari mi faccio ospitare da un amico, così intanto passo la festa dell'ultimo con la mia ragazza, sai come ci sballiamo quest'anno".
Tutto questa odissea per l'ultimo dell'anno?
"Eh, certo. Oh ma te non sai che vuol dire la comunità, cioè non te lo auguro proprio. E poi voglio chiedere al mio avvocato se mi può interdire, così mi tolgono la pena".
Non solo, aggiungo io, ti tolgono la capacità di intendere e volere, con tutto quello che vuol dire. "Va be' che m'importa, a me basta di non tornare là dentro, il resto si vedrà, tanto…"
Tanto… pare che il tempo sia sospeso per alcune persone, domani è troppo lontano, e lontano sono gli altri e se stessi.
"Tanto… tanto peggio di così non può andare. Tanto… un'alternativa non c'è, tu la vedi? Io no. Io vedo solo il mio male, lo sento, se solo ti raccontassi la metà dei miei problemi... E te mi vuoi giudicare se io non ci voglio pensare, ma che ne sai te della vita?".
Dopo poco Marco sparisce dalla circolazione, ha fatto conoscenza con i ragazzi della stazione, licenziati brevemente come "tossici" dai miei compagni di strada. Salgono sugli eurostar in sosta alla stazione Termini, di solito in coppia: lei crea il diversivo, i passeggeri la aiutano, e il complice approfitta della distrazione per sfilare un portafoglio o portar via una borsa. Hanno pochi secondi per agire, i treni non sostano più di tre quattro minuti, e non di rado scendono in corsa forzando le porte semiautomatiche quando il treno già inizia a muoversi, strillando furiosi contro il capomacchina con quattro cinque valigie al seguito. Con i furti si comprano droghe, alcol e psicofarmaci. Marco deve essere andato con loro, per perdersi un po'.

[ Tratto da "Roma senza fissa dimora", 28 dicembre 2004]

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